Stephen Curry verrà incoronato uno dei più grandi cestisti di tutti i tempi molto presto. Il giocatore dei Warriors sta per battere il record di Ray Allen per il maggior numero di tiri da tre realizzati nella storia della NBA, ora a soli 4 canestri. Ma i numeri dietro questa incredibile corsa mettono davvero impressione rispetto alla sua abilità di tiro.
Stephen Curry ha realizzato 2970 tiri da tre durante la sua carriera. Ray Allen, invece, ha realizzato 2973 canestri da tre punti. Ma la quantità di partite che hanno impiegato i due per raggiungere questi numeri è molto diversa. Curry è stato più abile da tre rispetto a Ray Allen.
Ray Allen ha impiegato 1300 partite per realizzare 2973 canestri da tre nella sua carriera, con una media di 2,28 a partita. Mentre Stephen Curry ha impiegato solo 787 partite per fare 2970 canestri da tre, con una media di 3,77 da tre a partita. Curry batterà il record di Ray Allen in poco più della metà delle partite che Ray Allen ha impiegato per stabilire il suo record. Un infallibile cecchino!
Curry scherza sul raggiungimento di questo traguardo
Di recente, Curry ha scherzato prima della partita dei Warriors contro i Trail Blazers dicendo che gli sarebbe piaciuto battere sia il record di Allen che quello di Klay Thompson per la maggior numero di canestri da 3 realizzati in una partita (ben 14).
Steph Curry è stato uno spettacolo in questa stagione ed è uno dei principali candidati per il trofeo MVP. Se lo vincerà, per lui sarà la terza volta, unendosi a leggende come LeBron James, Michael Jordan e Kareem Abdul-Jabbar che hanno vinto 3 o più MVP nella loro carriera.
Si preannuncia una stagione memorabile per Curry, visti i record in gioco. E se riuscirà a battere il record di Allen, e forse anche il record di Klay Thompson, sarà una stagione da incorniciare per Stephen Curry.
I Warriors faticano nell’ultima uscita contro i Blazers
I Golden State Warriors hanno ospitato i Portland Trail Blazers al Chase Center nella nostra notte di mercoledì e hanno ottenuto una vittoria per 104 a 94. I Blazers sono scesi in campo senza diversi giocatori chiave, tra cui Damian Lillard e C.J. McCollum. Tuttavia, nonostante queste importanti defezioni, Portland ha messo a segno una prestazione di tutto rispetto contro una delle migliori franchigie della NBA.
Nonostante la vittoria, Golden State non ha vissuto una delle sue serate migliori. Hanno fatto registrare la loro peggiore percentuale di canestri dal campo in una singola partita in questa stagione (39,8%) e hanno tirato solo il 30,4% da dietro l’arco. Tuttavia, sebbene entrambe le squadre non siano riuscite a creare uno slancio offensivo efficace, i Dubs hanno segnato per primi e non hanno mai ceduto il vantaggio.
Un primo quarto ad andamento lento
Ovviamente, la performance di Stephen Curry ancora una volta non ha deluso e ha fatto un altro piccolo passo verso la storia della NBA. Curry e i Dubs hanno chiaramente dato la priorità alla stella dei Warriors per permettergli di raggiungere il record di Ray Allen, tuttavia, Curry ha fallito i primi quattro tentativi dal fondo prima di segnare i suoi primi punti. Al termine del primo quarto però, nonostante un avvio lento, aveva messo a segno 8 punti e guidava la sua squadra alla vittoria.
I Blazers hanno tenuto duro per tutto il primo quarto, in svantaggio di appena 26 a 23, guidati in attacco da Nassir Little, che è arrivato 10 volte sulla linea del tiro libero e ha segnato 18 punti nel primo tempo.
Curry sale sugli scudi
Ovviamente i Blazers non se la passano benissimo senza Lillard e McCollum, ma questo non significa che non siano comunque competitivi. Little e Dennis Smith Jr. si sono inseriti ottimamente nella formazione di partenza, migliorando addirittura la versatilità difensiva della formazione. Accanto a questo nuovo ed inaspettato scenario, si sono uniti i soliti momenti di esplosione di un Curry in gran spolvero, che ha continuato a tirare come un vero e proprio cecchino. 22 punti su 19 tiri dal campo (17 su tre) senza mai arrivare sulla linea del tiro libero. Anche Jordan Poole ha segnato 20 punti, ma ha fatto la maggior parte dei suoi danni dalla linea del tiro libero. Ha tirato solo 5 su 14 dal campo e 2 su 10 da tre.
Con il passare del tempo, la rotazione limitata dei Blazers si è rivelata costosa in termini di fatica. Smith e Norman Powell hanno giocato ciascuno più di 40 minuti e molti altri giocatori di Portland hanno fatto registrare un aumento significativo del tempo di gioco. Alla fine del terzo quarto, i Warriors sono stati in grado di portare il loro vantaggio sulla doppia cifra e hanno mantenuto quel margine per la maggior parte del tempo rimasto, arrivando alla vittoria senza troppo affanno.